Milano, secondo un
vecchio detto, ha “il cuore in mano”.
Era così in passato, ed è vero ancora oggi, dal momento che la
città ospita, in Italia, il maggior numero di associazioni di volontariato e
quindi di volontari.
E’ in continua crescita il numero di persone che si
occupano di altri, delle persone meno fortunate
e più bisognose, senza ricevere denaro in cambio del loro lavoro. [...]
Che fosse così anche
due secoli fa, che sin da allora ci fossero persone colte e abbienti che pensavano agli altri è testimoniato da un
curioso documento che si riferisce al 1807, pubblicato su Facebook e segnalatoci da Liz.
Ve lo
proponiamo: buona
lettura!
<Il canonico Mantovani, sotto il giorno 1
ottobre 1807, annotava nel suo Diario alcune notizie significative riguardanti
i provvedimenti di pubblica assistenza adottati dal governo e da alcune
importanti personalità della società milanese.>
"Con
decreto del Viceré [Eugenio di Beauharnais, viceré del Regno italico dal 1805
al 1814, NdR] si è pubblicata jeri la istituzione di un Conservatorio di 24
allievi gratuiti, diciotto maschi e sei femmine, nel locale della Passione, per
imparare la Musica, aperto a tutti i giovanetti della città per questa scienza.
Alcuni ricchi e virtuosi cavalieri della
nostra città, di cui capo è il signor Marchese Arconati, hanno fatto disegno, e
coll'opera e direzione dell'ottimo Barnabita P. De Vecchi, stanno riducendolo
in pratica, di fissare, per quanto sarà possibile, in ogni parrocchia di
Milano, una casa di scuola ed educazione per le povere figlie della città, in
cui saranno ricevute giornalmente ed assistite con carità e larghezza tutte
quelle le di cui famiglie sono incapaci di farle ben educare dagli anni primi
sino alli 19 ecc., coll'intenzione anche di coadjuvarle o nel loro
collocamento, o d'impiegarle in servizio decente e sicuro per ogni pericolo.
Sonsi già stabilite 9 case, per 9 parrocchie,
e destinate due saggie (sic!) maestre per ogni casa, colla soprintendenza di
alcune virtuose dame e matrone, che di tempo in tempo visiteranno queste case
per invigilare, e provvedere ai bisogni. Se questo stabilimento prenderà
consistenza, con ragione di spera di vedere alcun poco minorati gli scandali
tanto frequenti nelle famiglie, e i bordelli meno numerosi nelle contrade della
città colla rovina della povera gioventù".
Il "locale della Passione" era l'ex
convento dei Canonici Lateranensi, divenuto, per iniziativa del viceré, sede
del conservatorio musicale, tuttora esistente. La chiesa di Santa Maria della
Passione, a lato del convento, si trova in fondo alla via omonima, negli
antichi borghi al di là dell'antico naviglio interno, nel Sestiere di Porta Orientale.
I padri Felice e Gaetano De Vecchi,
barnabiti, assunsero un ruolo importante nell'istituzione di case per la carità
in collaborazione con la nobiltà. Felice De Vecchi era parroco in quegli anni a
Sant’Alessandro (Porta Ticinese).
Il
marchese Carlo Arconati (1750-1816), membro del consiglio comunale di Milano,
faceva parte della Congregazione di Carità di Milano. La moglie Teresa Trotti
(1765-1805) aveva fondato con altre esponenti della nobiltà la "Società
del Biscottino" per dare assistenza alimentare e spirituale ai malati
dell'Ospedale Maggiore. I milanesi la definivano ‘congrega del Suss’ o ‘damm
del bescottin.”
Testo
ripreso da FB, gruppo “A passeggiar per sestieri milanesi”, Gabriele Coltorti.
8 commenti:
Penso sia un onore per una città come Milano avere un cosi nobile primato, in questi tempi c'è sempre più bisogno di volontari,
ai ragione "MILANO E SEMPRE UNA GRANDE MILANO"
Anche se un Po caotica e sempre bella,
buona serata
Tiziano
Questo linguaggio antico aggiunge qualcosa in più alla già preziosa attività che svolgete. Grazie a nome di tutti.
Sandro
Milan es una ciudad preciosa que fui hace bastante tiempo, y con lo que escribes tengo que volver .
Un abrazo
Il volontariato dà sicuramente un senso profondo all'antico detto.
È un documento di molto valore, che sottolinea l'importanza di aiutare gli altri, che fa bene a loro ma anche a sé stesso e costruisce una società migliore. Milano è fantastica si aggiunge questo alla sua magia!
Ormai non c'è città o paese d'Italia che non abbia almeno una associazione di volontariato. Sono sempre le benvenute, anche se bisogna essere vigili sui loro fini. Ormai dilagano quelle che nascondono la malavita. Come ultimamente documentato da "Le Iene". Alcuni si spacciavano e sicuramente si spacciano ancora, per volontari della Sclerosi Multipla. E chissà di quante altre vere e benemerite associazioni di volontariato.
Cosimo, tu hai ragione, ma sono le dimensioni del fenomeno quelle che contano. Non mi risultano ci siano dati statistici in questo senso, non sappiamo quante sono le organizzazioni mafiose che si nascondono dietro il vessillo del volontariato. Io ti posso dire che le associazioni che io conosco - tante anche se nella sola città di Milano - riescono a malapena a sopravvivere grazie ai bandi e alle sovvenzioni private e spesso - te lo dico per esperienza - sono i volontari che si accollano le piccole spese inevitabili nell'esercizio del volontariato, proprio per non gravare sulla organizzazione che non sarebbe in grado di sostenerle e di rimborsarle a tutti i volontari.
Stefano.
Hola guapa, no conozco Milan, debe de ser una ciudad bonita, a traves de documentales conozco la Toscana, me encantaría un viaje a la Toscana
es preciosa.
feliz semana.
un abrazo.
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