venerdì 29 aprile 2011

Pianeta Alzheimer : l’apporto di Seneca

Dopo un’esperienza di dieci anni mirata a migliorare la qualità di vita di anziani fragili al proprio domicilio, abbiamo pensato di impegnarci anche nei confronti di anziani specificatamente affetti da morbo di Alzheimer e/o altre forme di decadimento cognitivo, constatata la rilevanza del problema.
Questa tipologia di malati costituisce infatti una parte significativa dell’utenza dei servizi. La demenza può essere ritenuta una delle principali cause di disabilità e dipendenza nella terza e quarta età ed è la causa più frequente di ricovero. [...]

Il problema ha un’incidenza crescente e determina situazioni assistenziali gravi e complesse; con l’avanzare della malattia, l’interessato diventa sempre meno autosufficiente arrivando ad avere bisogno di assistenza continua.
Le risposte socio-assistenziali assicurate dai servizi sono ancora insufficienti; una percentuale molto alta di malati (70-80%) viene assistita al proprio domicilio, spesso senza supporti adeguati.  Nella maggioranza dei casi, chi si occupa dell’anziano demente è il coniuge, talora altrettanto anziano, oppure uno dei figli; l’impegno, oltre ad essere gravoso fisicamente e psicologicamente, può durare anche molti anni. Col passare del tempo, la situazione si aggrava e richiede un’assistenza sempre più complessa; il carico assistenziale ed emotivo dei familiari può diventare così pesante da indurli, non di rado, a ricoverare il proprio caro.
Forte della convinzione che l’accudimento nella propria casa rappresenti per il malato la miglior soluzione possibile, almeno fino ad un certo livello di gravità, Seneca ha deciso di focalizzare l’attenzione su questo problema.
Grazie ad un finanziamento privato, è stato avviato un programma di assistenza domiciliare specifico a supporto di famiglie che si trovino in disagiate condizioni economiche.
Con questo servizio l’associazione si propone di contribuire efficacemente ad ampliare la risposta ai crescenti bisogni assistenziali di questi malati, sostenendo i familiari nel loro insostituibile ruolo di cura in modo da evitare o ritardare l’istituzionalizzazione del congiunto. Nella gestione dell’assistenza i parenti vengono affiancati da operatori socio-sanitari competenti, specificatamente formati per impostare un adeguato rapporto di relazione e di stimolo con questa tipologia di malati. 
Il progetto prevede una stretta collaborazione con strutture pubbliche, enti ed associazioni privati per integrare i livelli di assistenza e per acquisire, da parte dei soggetti attivamente presenti sul territorio, segnalazioni di casi da prendere in carico per l’assistenza domiciliare.
Ruolo degli operatori è anche proporre attività di formazione nei confronti dei familiari care-giver.
Il riscontro avuto dai familiari in questi due anni di attività è stato eccellente e ci motiva a continuare affiancando anche la figura del councelor a sostegno psicologico dei familiari.
Roberta G.
image credits web.unipg.it

1 commento:

Sandra M. ha detto...

Meraviglioso progetto. Chi vive il problema da dentro sa di che parlate. Ho tenuto la mia mamma nella sua casa. Finchè ho potuto...
Sandra